Epistole libro 2 di Orazio

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Epistole libro 2 di Orazio analisi

Le Epistole sono una raccolta di lettere fittizie da opera del poeta romano Quinto Orazio Flacco, pubblicate nel 20 a.C. e suddivise in due libri più una terza epistola indipendente quella ai Pisoni nota come "Ars Poetica".

Le Epistole del libro 1 sono in tutto 20, mentre le Epistole del libro 2 sono costituite da due lunghi componimenti contenenti più di 200 versi, e a differenza delle prime che trattavano argomenti diversi qui si affrontano unicamente temi letterari come la poesia, la filosofia ed il teatro, difatti vegono denominate anche come "Epistole Letterarie". Dette lettere sono indirizzate a personaggi reali come l'imperatore Augusto o il principe gallo Giulio Florio,

Epistole libro 2 riassunto

La prima epistola del libro 2 è indirizzata ad Augusto e in essa spiega due concetti principali, il primo le lacune della letteratura arcaica così apprezzata all'epoca ed affermando maggiormente il modello greco, e secondo l'importanza della poesia, fondamentale strumento di educazione, più del teatro (tanto apprezzato da Augusto) anche per la diffusione di concetti politici; invita difatti l'imperatore a dare più possibilità ai bravi poeti che non trattano il teatro, poichè attraverso la loro arte saranno in grado di dare merito e popolarità al suo governo. La seconda epistola del libro 2 è invece indirizzata a Giulio Florio, e come vena poetica e struttura è del tutto simile alle Epistole del primo libro, Orazio torna nuovamente sull'argomento del suo abbandono alla poesia a favore della filosofia, spiega che a causa dell'età la sua vena poetica si è ormai quasi del tutto esaurita e le sue condizioni d'anziano sono più inclini alla riflessione morale e ad una vita ritirata, capaci di renderlo un uomo migliore.

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