Tacito Dialogus de Oratoribus

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Dialogo degli Oratori

Dialogo degli Oratori

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ISBN: 9788883220470

Edizione: 2010

Tags: Interlineare, Metrica, Traduzioni

Categoria: Classici Latini

Editore: Editrice Ciranna

Autore: Tacito

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Dialogus de Oratoribus analisi

Il Dialogus de oratoribus (Dialogo degli Oratori) è una piccola opera letteraria dello storico romano Publio Cornelio Tacito, che tratta il tema del declino dell'arte oratoria (argomento già affrontato da Quintiliano, Petronio e Seneca il retore); la forma è quella del dialogo, la data di stesura e pubblicazione è incerta, ma visto che è dedicata al console Fabio Giusto si presuppone si aggiri attorno al 102 d.C.. Anche la paternità dell'opera è dubbia, viene attribuita a Tacito ma ancora oggi gli storici si chiedono se sia veramente sua visto che lo stile e la forma differisce dalle altre sue opere ed è molto più vicino a quello di Cicerone, ricco di termini colti ma mai prolisso. Questa difformità di stile viene comunque giustificata pensando che Tacito l'abbia potuta scrivere in età giovanile (e qui si presuppone una data di stesura intorno all'80), ove era più influenzato dalle correnti letterarie classiche quale la scuola Quintiliana (a cui si ispirava lo stesso Cicerone), ma è quasi certo che sia stata realizzata dopo le opere di "Agricola" e "Germania".

Dialogus de Oratoribus riassunto

La data di ambientazione del dialogo presente nell'opera si presume sia intorno al 75 d.C. , il luogo è la casa del senatore Curiazio Materno, ove si recano a fare visita i noti avvocati Marco Apro e Giulio Secondo, accompagnati dallo stesso Tacito.

Inizialmente il dialogo è intrattenuto dai soli Materno ed Apro, e si discute a difesa dell'eloquenza e della poesia, ma con il successivo arrivo di Vipstano Messalla il discorso sfocia su un dibattito inerente la decadenza dell'oratoria con conseguente diminuzione e degrado dell'istruzione sia scolastica che familiare. Tra i dialoganti, è il solo Marco Apro a vedere di buon occhio questo aspetto, egli non pensa sia una vera e propria decadenza, ma piuttosto una trasformazione dell'arte oratoria e retorica che con uno stile veloce e colorito meglio si adatta al pubblico odierno, più scaltro rispetto alle menti semplici alle quali si rivolgeva ad es. Cicerone.

Infine il Dialogo su gli Oratori si chiude con l'intervento di Materno, che quasi certamente esprime il pensiero nascosto di Tacito, egli individua la causa di questa decadenza ad una mancata libertà o anarchia che regnava invece durante il periodo della monarchia romana, adesso con l'istituzione dell'impero e del principato si ha pace e tranquillità, ed una grande espressione oratoria non è asservibile alle necessità odierne, è noiosa e superata, limitando e diminuendo di fatto l'uso dell'arte retorica da parte degli oratori e degli uomini politici.

Sebbene Tacito dietro la maschera di Curiazio Materno associa la decadenza dell'oratoria alla presenza dell'impero, egli ne è comunque un convinto sostenitore, così come poi descriverà nell' Historiae, egli sà bene che l'impero con un potere accentrato al principato è l'unica forma di governo che possa portare pace e prosperità.

 

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