Disponibilità: IMMEDIATA -
Esente IvaISBN: 9788883221361
Edizione: 2015
Tags: Interlineare, Metrica, Traduzioni
Categoria: Classici Latini
Editore: Editrice Ciranna
Autore: Orazio
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Le Odi sono un'opera letteraria poetica ("Carmina") di 103 poesie suddivise in quattro libri scritte dal poeta romano Orazio successivamente al 30 a.C., la composizione avviene in due periodi differenti, i primi tre libri contenenti in totale 88 carmi furono scritte negli anni che vanno dal 30 al 23 a.C. mentre le restanti 15 furono inserite nel quarto libro realizzato solo dieci anni dopo nel 13 a.C. Per il componimento delle Odi il poeta si ispira alla lirica greca arcaica, nel prologo stesso egli afferma parlando con Mecenate di voler emulare Alceo, ma anche altri importantissimi lirici greci come Saffo e Pindaro, tuttavia i carmi non possono definirsi delle vere e proprie liriche poichè anche se ne rispetta la struttura egli introduce sempre degli elementi di novità, come ad es. nei monologhi ha sempre un destinatario che indirizzava e guidava poesia, ed infine egli si pone come supremo artefice della poesia, mezzo immortale ma d'ispirazione divina.
Le Odi trattano tematiche diverse e trovano molti elementi in comune sia con le Satire che con l'Epistole. Orazio era solito cominciare i carmi con delle citazioni che introducevano l'argomento da trattare, il quale poteva spaziare dagli affetti personali (amici, amori e luoghi cari), alla riflessione filosofica, al passare del tempo, ai banchetti ed al godere dei piaceri del vino e della vita, alla tranquillità della vita campestre e moderata, sino a carmi di più alto spessore come l'impegno civile, la paura della morte o l'esaltazione dell'immortalita della poesia; ma è bene aggiungere che Orazio (poeta dalle umili origini) era molto grato ad Augusto e Mecenate per averlo accolto nella loro corte e avergli donato la serenità economica, ed egli in un certo qual modo li ringrazia dedicando loro diverse poesie e rendendoli pertanto immortali.
Le Odi sono un componimento come pochi, capace di raggiunge livelli poetici altissimi e donare vero e proprio godimento al lettore, il tutto con riflessioni profondissime ed una forma poetica splendida ed eccezionale.
Il quarto libro de le Odi è costituito da 15 carmi, scritto dopo 10 anni dai primi tre libri viene pubblicato solo nel 12 a.C. e l'autore tratta nuovamente i temi a lui più cari quali: la poesia come strumento per l'immortalità, la fugacità del tempo e conseguentemente l'inevitabile morte, i piaceri della vita e la necessità di un animo forte per affrontare le avversità ed ovviamente gli elogi verso Augusto.
La prima ode del libro 4 è dedicata a Venere, nell'introduzione Orazio spiega come la dea gli sia avversa poichè egli non ha più l'età per gli amori ed i festeggiamenti. Nella seconda si confronta come poeta con Pindaro ed ammettendo con un "recusatio" di non essere alla sua altezza. Nella settima ode il poeta esprime la sua visione della vita, affrontando ancora una volta il tema della morte con la famosa definizione de "pulvis et umbra sumus" (siamo polvere ed ombra), una visione materialistica per rendere bene l'idea della fugacità dell'esitenza umana. Nella nona tratta della pace dell'anima indirizzandola a Lollio (console e militare romano fedele ad Augusto). L'ode 12 dedicata a Virgilio al quale consiglia di abbandonare l'avarizia ed introducendo anche il concetto del 'pizzico di follia' necesaria a godere meglio delle gioie terrene. Infine assieme alla quarta i carmi conclusivi del quarto libro, ovvero il 14 ed il 15 sono le Odi dedicate ad Augusto con toni rifacentesi al Carme Secolare, Orazio enuncia una per se e per gli altri una pace ritrovata grazie all'imperatore, la quale gli permette di guardare con speranza al futuro.
Il "Carmen saeculare" venne scritto da Orazio prima del quarto libro delle Odi, su insistenza di Augusto egli lo compose nel 17 a.C. ed altro non è che un inno in 19 strofe saffiche della grandezza di Roma e del suo imperatore Augusto, una preghiera verso gli dei affinchè preservino lunga vita e prosperità ai romani e alla potenza del suo impero.
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