Disponibilità: IMMEDIATA -
Esente IvaISBN: 9788883222467
Edizione: 1990
Tags: Interlineare, Traduzioni
Categoria: Classici Greci
Editore: Editrice Ciranna
Autore: Sofocle
Vendita Online della tragedia greca Aiace di Sofocle con introduzione, costruzione diretta, versione letterale interlineare, note e verbi.
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Aiace è una tragedia greca di Sofocle (drammaturgo greco), che racconta la storia del guerriero greco Aiace e del suo infausto destino che si compie dopo la morte del Pelide Achille. Aiace è uno tra gli eroi Omerici meno noti, ma probabilmente uno dei più eroici, il suo senso dell'onore e della giustizia è talmente alto che è disposto a tutto pur di non tradirli, dal ribellarsi agli dei sino a perdere la vita se necessario; viene messo proprio in contrapposizione ad Ulisse eroe più flessibile che più facilmente si adatta alle sorti umane nelle varie situazioni.
La tragedia di Aiace sta tutta nel conflitto interiore del protagonista, la sua solitudine, la sua sofferenza, sono dettate tutte dalla sua volontà di non cedere ad un limite insuperabile della natura umana, egli è in continua contrapposizione tra la figura dell'eroe che egli stesso incarna ed i limiti terreni che lo riportano ad una condizione umana, facendolo sfociare talvolta nel ridicolo. Egli sceglie con le sue azioni la sua fine, la sua stessa disfatta, non è costretto dagli eventi o dal fato, il suo essere eroe non può più coesistere in questo mondo così cambiato fatto di compromessi, difatti lungo tutta la tragedia si contrappone il dualismo della libertà dell'uomo contro le sue necessità.
Il pensiero di Sofocle sulla condizione umana emerge chiaro dalle sue tragedie, ed è di totale pessimismo, egli esalta i suoi eroi ponendoli in una condizione d'infelicità voluta, sino alla scelta tragica del suicidio come gesto ultimo ed estremo per rendergli la libertà contro i compromessi mediocri della vita e dell'ignoto, alla quale mai si piegheranno. Gli eroi sofocliani insegueno il mito ed i propri ideali, la loro determinazione e volontà li porterà per proprie scelte ad una vita infelice e di solitudine, sino a togliersi anche la vita per essere padroni del proprio destino.
La data di pubblicazione è incerta, ma così come Le Trachinie è una delle opere più antiche del drammaturgo Sofocle, si stima sia stata scritta intorno al 445 a.C.
Questa tragedia comincia subito dopo la morte di Achille, i capi Agamennone e Menelao decidono di consegnare ad Ulisse le armi dell'eroe, decisione che trova la netta opposizione di Aiace re di Salamina, il potente e valoroso guerriero rivendica per sè le armi del Pelide Achille, di cui era grande amico nonchè persona a lui simile nella lotta e nei valori.
Purtroppo per Aiace però la dea Atena è schierata a favore di Ulisse, così che lo acceca ed infonde in lui la pazzia; il potente guerriero in preda alla follia ed alla cecità fà strage di buoi pensando fossero suoi compagni, cadendo così anche nella derisione; una volta rinsavito non riesce ad accettare una simile vergogna e decide di togliersi la vita per recuperare l'onore, la gloria ed il rispetto che da sempre lo contraddistinguevano.
Tecmessa la moglie di Aiace entra così in scena, cercando di dissuadere il marito dall'estremo gesto, il quale finge di acconsentire, ma deciso a riscattare il suo onore si rifugia in un bosco per preparare il suo suicidio. Anche il fratello Teucro cerca di fermarlo, egli aveva ricevuto una rivelazione da parte dell'oracolo, Aiace avrebbe potuto salvarsi, sfuggendo anche alla collera degli dei se solo fosse rimasto chiuso in casa; Teucro (lontano poichè impegnato in guerra) fà così inviare un messagero per avvisare il fratello, ma è troppo tardi, quando questo arriva trova Aiace già morto, egli si era infilzato con la spada di Ettore, arma donatagli dal valoroso guerriero troiano durante il loro duello senza vincitore raccontato nell'Iliade.
La tragedia si chiude con la disputa per onorare il defunto Aiace con un rito funebre adeguato tra il fratello Teucro ed i contrari comandanti greci Agamennone e Menelao; risolutivo sarà l'intervento di Ulisse, il quale così come già fece quando si oppose ad Atena nel finire il povero Aiace durante la sua cecità, si schiera a favore di Teucro convincendo Agamennone a consentire che sia reso omaggio ed un ultimo saluto ad Aiace. Ancora una volta la figura di Ulisse si pone come comprensiva verso i dolori degli animi umani, così effimeri di fronte alla loro condizione terrena.
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