Critone di Platone

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Analisi Critone di Platone

Critone è il testo che Platone scrisse in giovane età per raccontare il dialogo tra Socrate e Critone (allievo ed amico dello stesso Socrate), il quale cerca di convincere il maestro Socrate a fuggire da Atene per sottrarsi alla condanna di morte che ricevette nella sentenza emanata nell'Apologia di Socrate.

L'opera del Critone nutre una particolare importanza per analizzare ed approfondire la figura del drammaturgo Socrate, essa infatti scritta da Platone in giovane età risulta ancora poco influenzata dal peso che il maestro Socrate ebbe sul pensiero Platonico in età matura.

Critone riassunto (trama)

Il discepolo Critone si reca presso le carceri ateniesi per incontra il suo maestro Socrate, condannato a morte per accuse di corruzione giovanile e in attesa da lì a poco tempo dell'esecuzione (al ritorno della nave sacra da Delo). Critone arriva preparato all'incontro col suo mentore ed amico, il suo obbiettivo è convincerlo a fuggire, sà di poter fare leva sul grosso peso che la grecia di quei tempi attribuiva all'onore sociale e morale che ogni individuo portava o lasciava con sè anche dopo la morte, lasciare il proprio ricordo come uomo di alto onore e libertà morale era per i greci e Socrate in primis quasi un dovere.

Critone dice a Socrate, che se egli verrà giustiziato, non solo la sua figura verrà condannata moralmente dal popolo (poichè morto con accuse mai smentite) ma anche i suoi amici, rei di averlo lasciato solo saranno oggetto di derisione ed ingiurie di ogni tipo, egli non può sottrarsi alla fuga, ha una responsabilità nei confronti della sua persona e dei suoi amici. Ma le argomentazione che Socrate enuncia per difendere le sue ragioni di accettare ed aspettare la sentenza, sono di talmente alto valore e lignaggio morale, che lo stesso Critone non potrà che dargli ragione.

Socrate spiega a Critone che la vera opinione e giudizio morale non è quello del popolo, ma quella che conta davvero e fonte di verità è quella di coloro che sanno, e a che pro poi si salverebbe, sempre e comunque il popolo condannerebbe la sua famiglia ed i suoi amici, a maggior ragione se egli scappasse. Le leggi, continua Socrate, servono per regolare la vita di un individuo, le accomuna a dei genitori, che amorevolmente correggono il figlio e lo mantengono sulla retta via per non farlo sbagliare, se egli fuggisse contravverrebbe a quelle leggi che ha servito e rispettato per tutta la vita, rinnegando così ciò in cui egli stesso ed ogni cittadino dovrebbe credere. Critone riportato alla ragione dalle parole di Socrate, non può far altro che lasciare che il suo maestro muoia per rispettare fino all'ultimo ciò in cui crede.

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