Disponibilità: IMMEDIATA -
Esente IvaISBN: 9788883221446
Edizione: 1994
Tags: Interlineare, Traduzioni
Categoria: Classici Latini
Editore: Editrice Ciranna
Autore: Plauto
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Aulularia è un'opera famosissima del commediografo latino Plauto, ai più e conosciuta col nome de "La pentola d'oro" o come "La commedia della pentola", giuntaci purtroppo incompleta, difatti del quinto atto, quello conclusivo, si hanno solo dei frammenti ed a completarlo donando un finale a questa bellissima opera è stato l'umanista Urceo Codro nel quindicesimo secolo.
Aulularia tratta il tema dell'avarizia e dei matrimoni combinati (diffusissimi a quei tempi) al modo di Plauto, riconducendo gli eventi e soprattutto i discorsi tra i personaggi ad un continuo equivoco, che induce ironia e comicità nel pubblico che da osservatore esterno conosce invece tutta la dinamica dei fatti. In Aulularia il vecchio ed avaro Euclione scopre che il nonno gli ha lasciato una pentola colma d'oro, e da quel momento in poi vive nell'angoscia che gli possa essere rubata, e quando il ricco Megadoro chiede la mano della figlia Fedria, egli pensa che sia solo una manovra per scoprire dove sia nascosto il suo tesoro; dubbioso sul da farsi decide di concedere comunque la figlia in sposa a patto che questa venga accolta dal pretendente Megadoro senza dote e che sia lui a pagare tutte le spese. Ma nè Euclione nè tantomeno Megadoro sanno che Fedria è stata violentata rimanendo gravida da Liconide (nipote di Megadoro), questo spiega allo zio Megadoro cosa sia successo e di come vorrebbe sposare la giovane Fedria per riparare al suo gesto, lo zio, grazie anche all'intervento della sorella Eunomia madre del ragazzo acconsente alla loro richiesta, adesso Liconide dovrà però spiegarlo e fare la richiesta ad Euclione, il quale nel frattempo è sempre più preda della paranoia di vedersi sottrarre la pentola d'oro, egli arriva persino a picchiare Congrione, il cuoco addetto al banchetto nuziale, che per soli ed ovvi motivi di lavoro ripete spesso la parola pentola, inducendo Euclione a pensare che si riferisse al suo tesoro.
Euclione si rende conto del suo delirio e lasciando finalmente in pace Congrione, decide per cercare di stare più sereno di nascondere la pentola, dapprima nel tempio della dea Fede e dopo nel bosco sacro al dio Silvano, ma lo schiavo di Liconide, Strobilo, lo segue di nascosto e riesce, dopo essere stato sorpreso una prima volta nel tempio infine a rubargli la pentola. Euclione si accorge del furto, e proprio in questo momento giunge Liconide per parlargli; durante questo dialogo in Aulularia l'equivoco giunge ai suoi massimi livelli, da un lato Euclione è in preda al totale delirio per il furto subito e non ha che un pensiero, la sua pentola e come ritrovarla, dall'altro lato il giovane Liconide pensa che l'escandescenza di Euclione sia dettata dalla rabbia per la violenza perpetrata alla figlia, il pronome femminile usato dagli interlocutori si riferisce per uno alla pentola per l'altro alla giovane Fedria, scatenando un'ilarità ed ironia nel pubblico senza eguali.
Aulularia è una commedia sopraffina, che ispira autori ed opere successive, come "L'avaro" di Molière, sino a giungere ai giorni nostri come nel film "47 morto che parla" interpretato da Totò, o come nel classico Disney "Zio Paperone e la pentola d'oro", ove i noti paperi si sostituiscono ai personaggi dell'Aulularia.
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