Disponibilità: IMMEDIATA -
Esente IvaISBN: 9788883221590
Edizione: 1993
Tags: Interlineare, Traduzioni
Categoria: Classici Latini
Editore: Editrice Ciranna
Autore: Seneca
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Il Ad Helviam matrem de consolatione è un'opera scritta dal filosofo stoicista Lucio Anneo Seneca per consolare il dolore della madre Elvia in merito al suo esilio in Corsica voluto dall'imperatore Claudio. Il filosofo riflettè a lungo se scrivere o meno questa opera consolatrice, temendo di non ottenere l'effetto sperato, tuttavia era convinto che il dolore nella madre andava rinforzato per poi essere eliminato, così comincia ad elencare le disgrazie capitate alla madre, soprattutto la morte delle persone a lei care, e mette in evidenza come egli è in salute e non è infelice, e non può diventarlo poichè non si fà mai trovare impreparato dalla sorte e dall'opinione comune; perchè giudicare male l'esilio, egli ha soltanto cambiato luogo, come farebbe chiunque si trasferisse in un'altra città, la stessa Roma nasce grazie ad un esule (Enea) che fù costretto a lasciare la propria patria distrutta, tutto cambia e si trasferisce in un continuo movimento, persino l'universo e le cose divine, come può pertanto l'esilio essere un male?
Seneca descrive l'esilio stesso come una condizione bastevole all'uomo, gli concede comunque un riparo dal freddo e gli alimenti, tutto il resto è superfluo, anzi è la cura ideale contro gli eccessi, e sebbene il corpo possa essere messo alla prova la sua anima è e resta libera. Seneca deduce quindi che se egli sta bene, la fonte del dolore della madre Elvia non è il lui, il figlio esiliato, ma è di natura egoistica, Elvia piange perchè avendo il figlio in Esilio ha perduto un sostegno, ma non è certo questo il male peggiore che le sia capitato, è giusto provare dolore ma non occorre esagerare, Seneca la esorta a dominarlo; Elvia è una donna colta e forte, non può il dolore dopo una vita passata nella moralità convertirla ad un donna che abbia un "tipico comportamento femminile", e cita esempi di madri forte e coraggiose che stoicamente hanno affrontato e dominato il dolore, e la invita a fare altrettanto, tra queste cita anche la sorella che coraggiosamente andò a recuperare il corpo del marito morto tragicamente in mare. La madre non deve essere affranta dal dolore conclude Seneca, ella ha tanti appoggi a cui sostenersi, gli altri figli, i nipoti e la sorella stessa.
Infine Seneca conclude facendo delle rassicurazioni alla madre, sull'affetto che prova per lei e sul fatto che la pensa spesso, così come ella pensa a lui, ma non deve farlo con animo triste, egli sta bene, e questo deve bastare ad ogni madre per non addolorarsi, sapere il proprio figlio in salute e sereno con se stesso deve renderla felice.
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