Edipo a Colono di Sofocle

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Edipo a Colono introduzione ed analisi

Edipo Re è una tragedia greca di Sofocle, rappresentata solo dopo la sua morte nel 401 a.C. e rappresentato solo dopo la morte dell'autore. E' l'ultima delle opere facente parti del ciclo noto col nome di ciclo tebano dove Sofocle racconta la storia di Edipo di Tebe e dei suoi discendenti, che comincia con Antigone, prosegue con Edipo Re, e si conclude proprio con quest'ultima, che narra le vicende conclusive di Edipo, è nota anche infatti col nome di Edipo Secondo.

L'Edipo a Colono è un'opera molto particolare sotto tanti punti di vista, scritta da Sofocle giusto pochi mesi prima della sua morte, in essa ritroviamo molti tratti autobiografici del drammaturgo greco, raccontare di Colono (la sua città natale) con le sue bellezze faunistiche ed il suo mare, ma soprtattutto raccontare di Edipo che si appresta a vivere proprio come lui i suoi ultimi giorni, trovando però un riscatto personale e morale, così Sofocle affronta il tema della morte, vista come una liberazione nella vita umana così insensata e piena di mistero e sofferenze.

Edipo a Colono riassunto (trama)

Edipo, un tempo re amato e rispettato da tutti per aver liberato la città di Tebe rispondendo all'enigma postogli dall sfinge, giunge come mendicante e cieco presso Colono, piccola cittadina ai piedi di Atene. Edipo si era accecato ed esiliato dopo aver scoperto, seppur inconsapevolmente, di aver ucciso il proprio padre Laio ed essersi sposato e procreato con la propria madre Giocasta, questa inaccettabile verità (raccontata nell'Edipo Re) lo avevano portato a questi gesti estremi. Nel borgo di Colono assieme alla figlia Antigone, Edipo trova protezione grazie a Teseo re di Atene, gli abitanti infatti venuti a conoscenza della sua reale identità volevano scacciarlo, ma Teseo li protegge offrendo loro ospitalità.

Edipo per ringraziare Teseo, rivela che la sua tomba riuscirà a tenere lontano dai confini Ateniesi le minacce dei Tebani (suoi concittadini) quando in futuro questi ne diverranno nemici.

Nel frattempo giunge a Colono, prima l'altra figlia Ismene e poi il cognato Creonte (l'attuale re di Tebe); la figlia reca la notizia dello scontro dei suoi figli Eteocle e Polinice per accaparrarsi il trono, Creonte invece cerca di convincerlo a tornare in Città. Ma Edipo rifiuta qualsiasi proposta, persino quella finale del figlio Polinice (anch'esso giunto a Colono) che per poter vincere sul fratello doveva ingraziarsi (secondo profezia) il Padre Edipo, periranno entrambi poi nello scontro (raccontato in Antigone).

Edipo, anche grazie ad una serie di segni divini capisce che la sua morte è vicina, ringrazia un'ultima volta Teseo augurandogli grande prosperità per lui ed il suo popolo, e da quest'ultimo verrà accompagnato nel bosco sacro delle Erinni dove scomparirà per sempre; Teseo stesso proibirà a chiunque, anche alle stesse figlie, Antigone ed Ismene (che non potranno far altro che rientrare a Tebe), di visitare il luogo in curi morse il padre. Il personaggio di Edipo con quest'ultimo suo gesto, accettare la morte per proteggere Atene, viene così infine riabilitata, egli sarà per sempre un protettore della città. Sofocle impersonandosi forse anche un po' nella figura dell'aziano Edipo lo riscatta liberandolo dalla immane vergogna e dalle sofferenze che lo accampognarono nella sua vita.

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