Disponibilità: IMMEDIATA -
Esente IvaISBN: 9788883221323
Edizione: 1994
Tags: Interlineare, Traduzioni
Categoria: Classici Latini
Editore: Editrice Ciranna
Autore: Orazio
Epistole libro 1 di Orazio, un classico latino acquistabile online con traduttore e testo latino a fronte, versione interlineare, costruzione diretta, note e metrica
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Le Epistole sono una raccolta di lettere fittizie da opera del poeta romano Quinto Orazio Flacco, pubblicate nel 20 a.C. e suddivise in due libri più una terza epistola indipendente quella ai Pisoni nota come "Ars Poetica".
Le Epistole del libro 1 sono in tutto 20, mentre le Epistole del libro 2 sono costituite da due lunghi componimenti; lo stile utilizzato è quello degli esametri e furono indirizzate a Mecenate, Tiberio e Tibullo. Esse rappresentano un nuovo genere, la forma poetica in versi con le quali vengono scritte le lettere introduce un nuovo genere, esse rappresentano in un certo senso un proseguimento de le Satire anche se i toni sono decisamente meno aggressivi, più pacati e molto autobiografiche, e sia i destinatari che i luoghi campestri (più appartati) dove avvengono i dialoghi denotano una struttura più riflessiva in linea con lo stato d'animo inquieto dell'autore.
I temi trattati nell'Epistole del libro 1 sono di carattere etico e generale, con un approccio filosofico Orazio cerca d'impartire una morale nella sua opera, non dice però di essere una guida o un maestro, non possiede la verità ne per sè ne per gli altri, soltanto cerca di dare delle utili indicazioni per ricercare la saggezza trovando una via di mezzo che conduca ad una riservata ed equilibrata vita morale, donando così ai suoi versi un andamento malinconico d'indubbia bellezza.
La prima epistola del libro 1 è indirizzata a Mecenate, ove spiega il suo abbandono dell'arte lirica per la filosofia, giustificandosi però che il saggio deve restare libero senza legarsi ad alcuna dottrina. La seconda epistola è invece per l'amico Lollo, e qui Orazio fà un vero e proprio invito ad essere saggi, da cui la famosa espressione 'sapere aude' ovvero 'osa sapere', avere il coraggio di conoscere, di servirsi della propria intelligenza e cultura per una vita morale e dedita all'onestà. La quinta epistola è dedicata al Vino, l'amico Torquato a cena a casa di Orazio viene invitato a bere, il vino è capace di rendere loquaci ed alimenta le arti, allontana l'avarizia per godere dei momenti felici a rischio di sembrar incosciente. La settima epistola è indirizzata nuovamente a Mecenate, ancora una volta Orazio dichiarandosi uomo libero giustifica al suo benefattore la sua prolungata assenza da Roma. Nella epistola tredicesima l'autore ribadisce il concetto di limitarsi e di non strafare, indirizzata ad Asina che aveva il compito di portare le Odi ad Augusto lo esorta a non esagerare e consegnare l'opera solo quando l'imperatore ne sarebbe stato felice di riceverla. L'epistole diciannove sempre indirizzata a Mecenate altre non è che una difesa della propria lirica dalle critiche e dagli imitatori. La ventesima epistola è conclusiva del primo libro in tutti i sensi, infatti l'autore la dedica a se stesso facendo una riflessione filosofica della sua vita e con essa congedandosi dai lettori.
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